Elsa Martin – voce
Alessandro Turchet – contrabbasso
Andrea Ruggeri – percussioni
“I miti aborigeni sulla creazione narrano di leggendarie creature totemiche che nel Tempo del Sogno avevano percorso in lungo e in largo il continente cantando il nome di ogni cosa in cui si imbattevano – uccelli, animali, piante, rocce, pozzi, – e col loro canto avevano fatto esistere il mondo.”
Così scrive Bruce Chatwin nel suo romanzo/saggio Le vie dei canti, a seguito di indagini svolte sulla tradizione aborigena dei canti rituali tramandati oralmente di generazione in generazione. Secondo la ricerca svolta l’insieme di questi canti costituirebbe delle mappe formate da un dedalo di sentieri immaginari che attraverserebbero l’intero continente; ogni canto tradizionale diventerebbe così la rappresentazione musicale delle peculiarità di un tratto di questo cammino.
Il canto come determinazione dell’esistenza, dunque, gesto poetico – si potrebbe dire – riferendosi all’etimologia del termine, ovvero poiesis, creazione. Creazione dell’identità di colui che si fa custode di questa tradizione: attraverso l’interiorizzazione del canto degli antenati l’individuo è in grado di conoscere se stesso e di non smarrire il cammino che lo può condurre anche molto lontano, attraverso lingue e terre differenti, rimanendo, tuttavia, lo stesso canto. Una visione che mette in luce l’importanza delle radici e che testimonia come esse divengano sorgente di conoscenza del mondo e di sé.
Queste riflessioni hanno guidato la gestazione dello spettacolo La via dei canti.
Amo il mio Friuli e la sua lingua incantata e melodiosissima, le storie che lo hanno abitato, le tradizioni folkloriche che lo animano; questo è il mio canto individuale, il sentiero che sento condurmi verso la mia verità. Lungo il mio cammino, poi, ho avuto modo di incontrare altri sentieri e altri canti e di sentire una profonda comunione con quelle sonorità e contenuti, che mi ha spinto a volerli conoscere e, in punta di piedi, cantare.
La via dei canti è un viaggio che percorre alcuni di questi sentieri, dove si canta l’Amore, per l’uomo, per la Terra, per gli spiriti che la abitano sotto forma di alberi, nuvole, di aria e di acqua. Questi canti sprigionano una forza davvero speciale perché sembrano intrisi di tutta la gioia e tutto il dolore del mondo, dell’umanità tutta, di vita vissuta e animata da sentimenti comprensibili e condivisibili proprio perché universali, aspetto questo, a mio avviso, meravigliosamente potente.