Cover Al centro delle cose

È un omaggio e una dedica accorata al poeta Pierluigi Cappello il nuovo lavoro discografico firmato dalla cantante Elsa Martin e dal pianista Stefano Battaglia, interpreti e compositori in intesa ideale sui versi del poeta friulano di “Al centro delle cose”, album registrato e prodotto nei prestigiosi studi Artesuono di Stefano Amerio. 

Sono i versi tratti da “Stato di quiete”, presente nell’ultima silloge “Poesie 2010-2016” edita da Rizzoli, a dare il titolo a questo nuovo gioiello sonoro di musica e parole che segue a “Sfueâi”, album fortunato di Martin e Battaglia finalista alle Targhe Tenco 2019 nella sezione ‘album in dialetto’,   dedicato a una selezione di poeti friulani del Novecento, per componimenti in lingua italiana e friulana. E nemmeno nel nuovo progetto manca il pluirilinguismo e l’insieme composito di ricerca d’arte che accomuna i due artisti e i toni propri della penna e del cuore del poeta di Gemona, originario di Chiusaforte, che ci ha resi ricchi di un’eredità letteraria e poetica senza pari. Patrimoni che l’ingegno di Elsa Martin e Stefano Battaglia mettono in nuova luce, in nuovo suono, nel rispetto delle forme originali e nel novero di nuove forme musicali che caratterizzano il loro stile. Dieci tracce compongono “Al centro delle cose”, con Martin alla voce e ai live electronics e Battaglia al pianoforte e alle percussioni, per composizioni tra fisicità e metafisica che traggono unità nell’indagine di lavori eterogenei di Cappello.

Come scrive Angelo Floramo nelle note al cd: «Il gioco delle sfumature che mettono in consonanza la parola scritta, quella cantata e i dialoghi che si innestano con l’ordito musicale, si fa a sua volta ricerca profonda di significati altri e sempre nuovi, capaci di trasfigurarsi vicendevolmente in pura sensazione, in un distillato di stati emozionale per cui i confini tra l’autore e gli interpreti, che in questo modo diventano autori a loro volta, si fanno impercettibili, svaporano quasi in una sorta di trans-mitopoiesi, generando, nella fusione che si viene a creare, un incanto assolutamente inedito».

“Scluse” che apre l’album, “Da lontano”, “Le lucciole”, “La retroguardia”, “Al centro delle cose”, “Cîl tal cîl”, “Mont”, “Scrivere il nome”, Inniò”, “Chiusaforte”, sono i titoli delle dieci tracce che disegnano un percorso di sensazioni dove si respira il Friuli e il mondo e la forza della parola di Cappello, nelle fusioni di suoni e fonemi, nelle estetiche e nelle fonti d’ispirazione e creazione che caratterizzano l’intesa, riconosciuta e ammirata, di Elsa Martin e Stefano Battaglia, compositori e interpreti di riconosciuto spessore e dalle diverse carriere che trovano empatie e simbiosi uniche lavorando insieme, per un album pieno di sensazioni dove a un dato momento si dipana tra i suoni anche la voce del poeta Cappello.

«La musica, grazie alle sue proprietà meta-linguistiche oltre che metafisiche, è l’arte privilegiata per osare un dialogo con la parola poetica senza sacrificarla, bruciarla, svilirla, distruggerla. A differenza della parola, la musica non può e non deve reggersi sull’inesorabile inequivocabilità del linguaggio. E così si compie l’unione, si rende possibile un doppio raccolto dalla stessa fonte originaria: la poesia», scrive Battaglia in una nota a chiosa dell’album.

«Musicare i versi di Pierluigi Cappello – testimonia Elsa Martin -, vuole essere prima di tutto un dirgli grazie per la bellezza che ci ha donato. E’ un gesto di riconoscenza. Poi significa galoppare l’emozione che essi generano, attraverso un altro veicolo espressivo, che è quello della musica. Si attua un incontro tra le due arti, che non genera una fusione, bensì un terzo elemento, nuovo, che è in grado di manifestare la forza di entrambi».

Del brano “Al Centro delle cose” è disponibile il suggestivo video girato da Paolo Comuzzi; il regista  racconta «Stare al centro delle cose e allo stesso tempo lontani dal mondo è una condizione apparentemente contraddittoria che impone lo stare e l’andare allo stesso tempo, ma anche la capacità di sottrarre tutto quello che risulta inessenziale, superfluo. È questa la riflessione che mi ha guidato nella creazione delle immagini di questo lavoro».